L'eleganza plastica di Franco Trevisan viene da lontano. Le sue radici espressive hanno solo in parte riferimenti con l'antichità classica, il cul messaggio formale è squisitamente estetico, alla ricerca del bello assoluto. Indubbiamente le realizzazioni di Franco Trevisan sono eseguite a tuttotondo, e possono essere interpretate come strutture prettamente apollinee. Ma la percepibile sottile ruvidezza di superficie del bronzo, della resina, della terracotta, rappresenta il valore aggiunto per cui la raffigurazione, pur di Suggestivo contenuto simbolico, si risolve in una chiave veristica, a volte persino aspra. Per questo motivo, egli va considerato continuatore della poetica affrontata, negli anni Trenta del secolo scorso, da Giacomo Manzù.
In questo colto contesto espressivo, perseguito con fare meditato, Franco Trevisan in più occasioni si confronta con le tematiche del sacro. Qui traspare un sentimento struggente, che scaturisce dalla sua anima religiosa, quando si applica alla trascrizione plastica della sofferenza del Cristo, realizzata con un linguaggio di dolorosa crudezza, ma anche di gloriosa speranza. Lo scultore sa modellare la sua materia in tutte le occasioni figurali che affronta con innata ispirazione e capacita. E inoltre sempre padrone delliartifizio tridimensionale quando, con forza poetica, rivela corpi in movimento ripresi in una nudita totale, come espressione di liberta assoluta. Così appaiono liberi e liberati i suoi personaggi, che si rivelano, tramite l'enigma del costrutto plastico; come figure archetipiche. Un irrefrenabile Hermes è decodificabile in Bimbo con aquilone, o un Dioniso inquieto in Ballerino slanciato. Ma anche precisamente identificabile è il caso di un Icaro alato che sfida lo spazio celeste.
Nell'appagante installazione Capriole un gruppo di fanciulli esposti tempo fa nella deliziosa piazza della città di Montagnana egli è portatore di una garbata talentuosita, dove la ricerca del bello si coniuga in un felice e rasserenante momento ludico. Nel caso emblematico del bronzo Ginnasta col cerchio, si avverte tutta la capacita esecutiva di Trevisan nell’affrontare la malleabilita della materia, realizzando complessi equilibri geometrici, e concedendo respiro allo spazio circostante. Come è una magica occasione visiva la scultura in resina Atleti, realizzata con un taglio classico, dove tutto è giocato sulla volumetria dei corpi, sullo sforzo realistico di braccia e di gambe, sul volto concentrato e sorridente del giovane che scavalca d'impeto la schiena del suo Compagno: un gioiello plastico, di costruzione ingegnosa. Il pathos creativo di Franco Trevisan viene da questo suo continuo interrogare forma e materia, per riuscire ad attuare meglio la lezione estetica appresa dai maestri che lo hanno preceduto, rinnovando una tradizione portatrice di emozioni e di amore per una vita degna di essere eternata nel bronzo.
Paolo Levi
The plastic elegance of Franco Trevisan comes from afar. Its expressive roots have only partially references to the classical antiquity, whose formal message is purely aesthetic, a search of absolute beauty.
Undoubtedly, the achievements of Franco Trevisan are performed in the round, and can be interpreted as purely Apollonian structures. But the perceptible fine roughness of the surface of bronze, resin, terracotta, represents the added value and the representation, although of suggestive symbolic content, reveals a veristic at times even harsh, interpretation.
For this reason, he is regarded as a follower of the poetic developed, in the last century's Thirties, by Giacomo Manzu.
In this cultured and expressive context, pursued meditatively, Franco Trevisan on several occasions meets sacred themes. Here he reveals a poignant feeling springing from his religious belief, when this feeling applies to the plastic transcription of Christ's sufferings, achieved by a language of painful crudity, but also of glorious hope.
The sculptor knows how to shape his matter on all the figural occasions which he faces with inspiration and ability. Besides, he completely masters the tridimensional device when, poetic strength he reveals moving bodies caught in a total nudity, as an expression of absolute freedom.
Paolo Levi
Paolo Levi, classe 1935, critico d’arte, giornalista, saggista, autore di volumi monografici, unisce alla competenza in tale settore una solida esperienza sui rapporti nazionali e internazionali tra arte e finanza. E’stato membro del Consiglio di Amministrazione della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino negli anni 1970/75 e membro del Consiglio Direttivo della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino negli anni 75/80. Dal 1969 al 1979 è stato capo redattore e responsabile del settore libri e cataloghi, editorialista di Bolaffi Arte, presso la Giulio Bolaffi editore. Dal 1969 è consulente del Catalogo d’Arte Moderna, oggi edito dalla Giorgio Mondadori. E’ autore di volumi monografici e consulente di edizioni dedicate ai cataloghi generali di artisti contemporanei, pubblicati presso la stessa casa Editrice. Già direttore Editoriale della Giorgio Mondadori, attualmente ne è diventato consulente: in tale veste ha collaborato a varie riviste del Gruppo (Arte, Bell’Italia). Ha seguito direttamente, fra l’altro, il Catalogo Generale Ragionato dell’opera pittorica di Renato Guttuso e quelli di Mario Tozzi e Antonio Bueno e Xavier Bueno. Nel 1980 per conto della Regione Piemonte è stato prefatòre del catalogo della mostra dedicata ad Auguste Rodin. Nel 1990 presso il Principato di Monaco ha curato un’antologica dedicata a Giorgio de Chirico, mnifestazione trasferitasi in seguito a Tokyo e a New York. Nel 1994 ha pubblicato, edito dalla Editoriale Giorgio Mondadori, “Le Tavolozze di Narciso - Storie di artisti del nostro tempo”. E’ titolare della rubrica d’arte sui quotidiano La Repubblica di Torino. Ha concluso nel dicembre del 1998, per conto dell’Alberto Bolaffi di Torino, una convenzione quinquennale con l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte per la Sala Bolaffi di via Cavour, spazio espositivo nell’ambito delle mostre da dedicarsi agli allievi più importanti usciti dall’Accademia Albertina dal secondo dopo guerra ad oggi. Nell’anno 1997-1998 ha curato, per conto della Sda Express Courier, una serie di importanti manifestazioni espositive dedicate al ‘900 europeo. Ha realizzato per il Museo Borgogna di Vercelli una mostra dedicata ai Maestri Olandesi e Fiamminghi.